lunedì 1 settembre 2008
Airolo - Passo del San Gottardo -Passo Scimfuss
Alla fine siamo riusciti a ritornare ad Airolo per affrontare una delle pedalate piu' belle dal punto di vista panoramico,l'ascesa da Airolo al Passo del San Gottardo attraverso la mitica Tremola e la successiva ascesa al Passo Scimfuss dal quale si gode una stupenda vista su tutta la Val Leventina.
Partenza da Airolo con Superotto,Pier e Anto alle 9,45 circa,la giornata è splendida ed incominciamo l'ascesa che da Airolo fino all'inizio della Tremola resta discretamente impegnativa,Anto è scatenata e ben presto diventa un puntino in lontananza per il sottoscritto.Serriamo le fila proprio ai piedi della Tremola ed iniziamo l'ascesa dividendoci ben presto in 2 coppie con Pier ed Anto che precedono Superotto ed il sottoscritto attardati per poter scattare qualche foto e per una foratura che dopo pochi tornanti mette ko Superotto.Ci ritroviamo al Passo del San Gottardo dove Superotto si rifocilla con un gustosissimo panino wurstel e senape e ripartiamo poco dopo in direzione Scimfuss.L'ascesa è mediamente impegnativa,addolcita dallo splendido panorama che ci accompagna strada facendo,è questo uno dei tratti piu' panoramici in assoluto di tutta la Leventina,la splendida giornata permette una vista stupenda sulle montagne circostanti,mi rammarico solo di non aver scattato piu' foto per una panoramica....la discesa è un mix di asfalto (prima parte) e sterrato,evitiamo la deviazione poco dopo Pautan affrontata lo scorso anno (troppo il tratto a spinta da affrontare),e restiamo sulla strada forestale che ci riporta dopo poco piu' di 4 ore ad Airolo.
lunedì 18 agosto 2008
Biasca 332 mt - Alpe di Geira 1461 mt (Val Piumogna)
Se qualcuno qualche giorno fa mi avesse chiesto dove si trova la Val Piumogna ammetto che non avrei saputo rispondere,ed invece grazie all'invito di Pier e Anto siamo riusciti a scoprire una bellissima valle laterale della Leventina.Ammetto che dopo le pedalate dello scorso anno la Leventina mi è entrata nel cuore,la via degli Alpi,l'ascesa al Ritom e la Val Piora sono luoghi bellissimi ai quali si va ad aggiungere questa ulteriore piccola perla.Partiamo da Biasca pochi minuti dopo le 9 per una uscita che si preannuncia abbastanza impegnativa,Pier mi ha avvertito bonariamente ....'sono piu' di 60 km con un dislivello di circa 1200 mt...ma simpatici...' per cui mi preparo psicologicamente ad una maratona.Con me oltre a Pier e Anto anche Paolo e Superotto,che rimane vittima della prima e fortunatamente unica foratura della giornata dopo solo 3km dalla partenza.Il primo tratto lasciata Biasca ci vede risalire la Val Leventina dapprima lungo una strada asfaltata secondaria che costeggia il Ticino per poi rimetterci subito dopo Giornico lungo la strada cantonale molto piu' trafficata che percorriamo sin quasi a Rodi.In tutta questa prima parte soffro veramente tanto anche se la pendenza non è niente di particolare (sempre o quasi sotto il 10%) le gambe oggi non girano molto,gli altri hanno un ritmo che non riesco a sostenere,mi difendo salendo con il mio passo (lento) e ringrazio chi a turno mi ha fatto un po di compagnia.Lasciata la cantonale facciamo una piccola sosta ed iniziamo la salita vera e propria per la Val Piumogna salendo a Prato Leventina da sove inizia lo sterrato che ci portera' fino quasi a Dalpe,facciamo una sosta in localita' Vidresch prima di ripartire verso Bosco Bello ultima tappa prima di entrare in quell'anfiteatro naturale che costituisce la Val Piumogna.Dopo un divertente ultimo tratto arriviamo alla fattoria Piumogna a 1461 mt dopo 4 h di pedalata (soste comprese), da qui dopo aver mangiato e chiaccherato, ripartiamo per la discesa che seguira' una via alternativa rispetto all'ascesa,infatti lasciata la fattoria attraversiamo il ponte che attraversa il torrente Piumogna e discendiamo attraverso un percorso sterrato e in alcuni punti relativamente tecnico fino a Dalpe da dove inizia un tratto asfaltato abbastanza impegnativo che in salita ci porta poco sopra Gribbio (delizioso paesino) da dove incomincia la lunga discesa su Chironico.Poi rientrati sulla cantonale riscendiamo sino a Biasca per un percorso di poco superiore ai 66 km.
martedì 12 agosto 2008
Kleinboden (600 mt) - Hochfugen (1467 mt)
La piu' leggera tra le escursioni affrontate durante questa settimana nello Zillertal è stata senza dubbio l'ascesa da Kleinboden a Hochfugen (Fugen Alta ndr polo sciistico di Fugen).Affronto per 2 volte questo percorso ,una prima volta con ascesa su strada forestale e discesa su asfalto lungo la strada di collegamento,la seconda volta con ascesa e discesa dalla strada forestale.Il percorso partendo da Kleinboden prevede l'ascesa a Fugenberg su asfalto molto impegnativo ma fortunatamente abbastanza breve ,raggiunta la quale in prossimita' del terzo tornante è possibile prendere la strada forestale che a dx porta a costeggiare il Finsingbach che scorre molto piu' in basso.Questo ulteriore tratto di strada forestale è un fantastico continuum di cascate e ruscelletti che senza pause si incontrano lungo la strada e che vanno ad alimentare le acque del Finsingbach.La strada adesso si fa molto piu' pedalabile rispetto al tratto asfaltato precedente e permette addirittura in alcuni tratti in falsopiano di recuperare energie preziose.Affronto questo percorso senza alcun tipo di riferimento ne dato gps,mi limito nella prima escursione a seguire la segnaletica che incontro lungo il cammino,ho come meta Hochfugen ma non so quanto è distante e soprattutto che tipo di strada dovro' percorrere.Dopo circa 7 km di ascesa affrontati nel tardo pomeriggio (parto verso le 18,15) il sole incomincia a tramontare,fortunatamente incontro un signore in fuoristrada che torna a valle e che mi aggiorna sulla distanza che devo ancora percorrere,mancano circa 5 km ad Hochfugen e la luce sta calando sensibilmente.Dopo poco meno di 3 km di salita la strada finalmente spiana leggermente diventando un ben pedalabile falsopiano,adesso mi trovo nel Finsingrund e il fiume Finsingbach costeggia la strada forestale che sto percorrendo,faccio a tempo ad osservare una aquila che si posa su un grosso pino ed incomincio gli ultimi impegnativi 2 km con la strada che adesso riprende a salire.Dopo un'ora e 5o minuti circa e dopo aver superato un dislivelli di 750 mt circa raggiungo finalmente una semideserta Hochfugen (pochi grandi alberghi quasi tutti chiusi...) il tempo di indossare il casco ed inizio la discesa sulla strada principale dalla quale è possibile godere di una serie di spettacolari viste sullo Zillertal. - Nel corso della seconda uscita ripercorrero' a ritroso la strada forestale divertendomi molto di piu' grazie alla comodissima Cube Ams Pro 100 Louise...
Fugen - Geolsalm (1740 mt)
Seconda escursione nello Zillertal,questa volta la meta si trova dal versante opposto della valle rispetto alla precedente pedalata verso Hansletalm,l'obiettivo in questo caso è uno dei rifugi piu' frequentati sopra Fugen,Geolsalm.Parto di primo pomeriggio dopo una mattinata passata tra uno scroscio d'acqua e l'altro,il tempo sembra effettivamente che stia per rimettersi al bello ed infatti non piovera' piu' per tutto il pomeriggio anche se alla partenza le nuvole basse mi fanno temere un'uscita bagnata.Dopo aver raggiunto la frazione di Pankrazberg in prossimita' della chiesa dedicata a San Pancrazio mi immetto nelle strada principale che conduce ad Hochfugen,incomincia ben presto a far caldo con un timido sole che fa capolino tra i nuvoloni ed il primo su asfalto è abbastanza impegnativo sia per la pendenza mai sotto il 10% ma soprsttutto per il traffico (grossi camion carichi di sabbia)che seppur non intenso mi disturba lungo l'ascesa.
Finalmente terminato questo tratto di percorso ,in prossimita del cartello che indica la deviazione per Kohleralm,incomincio un tratto asfaltato che seppur impegnativo si articola all'interno della pineta ,nei pressi della mittel station della funivia dello Spieljoch la strada diventa sterrata,la classica forestale austriaca, ed il divertimento aumenta sensibilmente.Salgo con meno fatica nel fresco della pineta e con la temperatura che si abbassa mano a mano che salgo,poco dopo i 1000 mt di altitudine le nuvole basse prendono il soprsvvento sul timido sole e diventa per me un'escursione quasi autunnale.Dopo aver superato il bivio che mi permetterebbe di deviare verso Kaunzalm la strada si addolcisce per diventare un divertente falsopiano a pochi km dall'arrivo a Geolsalm che raggiungo avvolta nella nebbia dopo 2 h e 56 min superando una escursione altimetrica di 1034 mt per complessivi 12,73 km.Dopo essermi rifocillato e ben coperto cambio assetto alla Cube e mi preparo per la divertentissima discesa che mi ripotera' a valle dove giungo dopo poco piu' di mezzora per un giro complessivo di 25,33 km per 1037 mt di dislivello complessivo,peccato per la nebbia ma è un giro comunque estremamente bello per il paesaggio sulla valle e per le pinete che si incontrano strada facendo.
domenica 10 agosto 2008
Kleinboden 576 mt (Fugen)-Hansletalm 1616 mt
Sono da solo in questa prima settimana di Agosto nello Zillertal e riesco nonostante tutto a fare qualche bella escursione con la fantastica Cube Ams Pro 100 Louise;la prima di queste escursioni è quella che mi porta nel tardo pomeriggio del 3 Agosto ad affrontare la scalata ad Hansletalm.
Francamente alla partenza non so nemmeno cosa trovero' ad Hansletalm,ho scaricato il percorso da un sito austriaco ma nella fretta degli ultimi giorni prefestivi non ho stampato niente al riguardo,e sulle cartine dei percorsi per bike proposti dalla associazione turistica dello Zillertal tra le decine e decine di percorsi non vi è traccia di questa escursione.Parto da casa (Kleinboden 576mt ) alle 17,30 circa,la giornata è stata splendida ed il cielo è terso,fa caldo ma spero di trovare piu' fresco nelle pinete che trovero' strada facendo,i primi chilometri sono molto faticosi,con la prima parte su asfalto fino oltre ad Hart affrontata bevendo come un cammello,la salita è veramente dura soprattutto nei primi km,quelli che portano dal fondo valle ai 1000 mt con dislivelli di 4/500 mt in 3/4 km,poi la salita diviene mediamente meno dura e piu' pedalabile.Poco dopo Hart lascio la strada principale e mi immetto in una strada che inizialmente pianeggiante mi permette di rifiatare per poi diventare estremamente dura nella sua pendenza,fortunatamente adesso sono finalmente all'ombra e tra pochissime auto salgo fino ad un punto panoramico dal quale si puo' ammirare una splendida vista sulla parte iniziale dello Zillertal.Mi fermo per qualche foto,mangio qualcosa e riparto affrontando un altro duro tratto su asfalto prima di ritrovarmi ai margini di una stupenda pineta da dove la strada diventa meno dura e soprattutto sterrata, per la gioia mia e delle Nobby Nic.Affronto questo tratto convinto di essere ormai vicino alla meta e mi ritrovo in effetti in un punto ancor piu' a monte e ancor piu' panoramico del precedente ma è solo una illusione,infatti il segnale del Garmin mi indica che ad un bivio devo prendere la strada di destra,quella che sale, e non quella di sinistra che dolcemente scende verso valle, per cui altra sostina ,altra megabevuta e mangiata una banana riparto.Incomincio un altro bellissimo tratto su strada forestale (le mie preferite.le strade forestali austriache sono perfette nemmeno un buco....) vengo superato da un paio di fuoristrada che salgono a monte e malgrado la stanchezza che incomincia a farsi sentire mi godo un panorama fantastico,con un tramonto sulle Alpi da favola.A valle è gia' tutto in ombra da almeno mezzora quando io piu' in alto affronto l'ultimo tratto sterrato verso Hansletalm,la bellissima e curatissima strada forestale sale costantemente,ad un tratto uno scoiattolo nero mi trotterella davanti per qualche secondo prima di ritornare nella pineta,avanzo ancora chiedendomi dove stia questa benedetta Hansetalm finche' incontro un ragazzo, che in fuoristrada sta tornando a valle , che mi conferma cio' che speravo e cioe' che dopo qualche curva riusciro' finalmente a vedere la mia meta.Dopo poche centinaia di metri in effetti ecco che mi appare ancora assolata e ancora piu' in alto da dove mi trovo Hansletalm,quattro case e tante mucche all'alpeggio,mi fermo ad ammirare lo strano effetto delle luci del tramonto e riparto divorando letteralmente gli ultimi metri di ascesa.La strada sale gradatamente e sebbene meno mantenuta della forestale affrontata in precedenza è ben pedalabile e ne approfitto.Arrivo dopo 2 h e 44 min ai 1616 mt di Hansletalm dove incontro i contadini che qui passano l'estate con le loro famiglie e le loro mucche,scambio qualche parola con uno di loro (si fa per dire...inglese zero solo tedesco...)riesco solo a confermare che, sono salito in bici da Fugen...lui sorride si complimenta (probabilmente mi da del pirla).Dopo essermi accomiatato mi preparo per la discesa,allaccio il casco e regolato l'ammortizzatore su 115, riparto per casa dove giungero' in circa mezzora di divertente discesa quasi tutta su strada forestale non percorsa durante la salita e con la Cube che da il meglio di se in un continuo di tornanti e dossi che mi riportano a valle quando il sole è ormai tramontato, sono quasi le 21,00 è ormai buio a Kleinboden e dopo una pedalata di 3h e 34 min,giungo alla base per reidratarmi con una fresca e meritata Zillertal weisbier!
domenica 27 luglio 2008
Sormano - Monte San Primo
Per questa pedalata con Superotto decidiamo di affrontare il percorso (xc facile) del Miniraduno edizione 2008 che Super ha gia' affrontato nell'edizione di Maggio ma che per il sottoscritto costituisce una novita' assoluta.Il percorso non molto lungo ma abbastanza impegnativo prevede come prima difficolta' l'ascesa del muro di Sormano dopo pochissimi km,e per un tipo non propriamente filiforme come me non è proprio l'ideale da affrontare a freddo.Appena partiti dal piazzale della chiesa il tempo non è dei migliori,gocciola ed un ciclista che incontriamo dopo pochi metri ci avverte che piu' su tempesta,decido cosi' di indossare la mantellina (errore) e partiamo in direzione muro,che raggiungiamo dopo pochi minuti.Superotto in grande forma parte molto bene e molto bene finira',io complice la mantellina incomincio ben presto a soffrire ma tengo duro sulla salita piu' dura che abbia mai affrontato e quando al rilevamento altimetrico di 1064 mt mi accingo a mettere il piede a terra o a resistere ancora,sento una strana resistenza che mi frena ulteriormente,ho forato :-((( e devo fermarmi (il mio cuore ringrazia..).Prima lezione,se il giorno prima di una uscita noti una perdita di pressione dal pneumatico non accontantarti di rigonfiarlo, e alla mattina ,se lo trovi ben gonfio non rallegrarti pensando che non era bucata, perche' poi alla prima sollecitazione la gomma ti lascia in panne...La foratura avvine poco prima dell'ultimo tratto il piu' impegnativo,raggiungo poco dopo Superotto che mi aspetta alla fine del muro e assieme procediamo alla sostituzione della camera d'aria,mentre della tempesta preannunciataci non c'è traccia l'unica cosa veramente bagnata sono io complice l'effetto serra del mio impermeabilino...Ripartiamo per incomincare lo sterrato in prossimita' del bar posto in cima alla Colma di Sormano e affrontiamo il primo pezzo molto sconnesso per poi trovare un bel pezzo in falso piano su un terreno molto ben pedalabile.Alla fine della bosco appena raggiunti i pascoli incomincia la salita vera e propria che porta in vetta al San Primo,qui il terreno è molto dissestato e alla fatica della salita si aggiunge anche la difficolta' della guida tra sassi , scoli delle acque,ed escrementi animali (un po troppi fino in cima al San Primo).Lungo questa parte del percorso Superotto preoccupato mi fa notare una perdita di pressione del pneumatico appena sostituito ed infatti poche pedalate dopo,mentre affronto un passaggio ripido e tecnico e mi alzo sui pedali la valvola della camera d'aria esala l'ultimo respiro condannandomi alla seconda foratura di giornata!! Ripariamo dopo un attimo di panico dettato dal simultaneo non funzionamento delle 2 pompette (allarme rientrato) e incominciamo a recitare un rosario con la speranza di non bucare piu' (non abbiamo piu' camere d'aria....).Dopo poco il terreno diviene meno impervio,quasi un tappeto verde che sebbene in salita percorriamo con piacere fino all'ultimo punto ciclabile a poche centinaia di mt dalla vetta da qui in poi su a spinta fino alla croce commemorativa.Scattiamo qualche foto dopo aver mangiato qualcosa e ripartiamo per la discesa che raggiunta la Bocchetta di Terrabiotta dovrebbe permetterci di raggiungere l' Alpe Spessola ma arrivati in prossimita' della Bocchetta mi ritrovo con il pneumatico a terra per la terza volta!!! Questa volta l'esame autoptico sui resti della camera d'aria fa pensare ad una pizzicata per i due forellini simmetrici che vengono rinvenuti !Sono a piedi non abbiamo piu' camere d'aria e sono costretto a scendere con la Cube di Superotto per recuperare l'auto,ci ritroveremo alla colma di Sormano dopo circa tre quarti d'ora.....
sabato 19 luglio 2008
Val Maggia - Lago Naret
Ci sono uscite destinate a restare nella memoria del biker per molto tempo,l'ascesa al Ritom e Lucomagno,lo Scimfuss, l'ascesa alla Stilluptal sono ancora tra le piu' belle pedalate degli ultimi anni,l'ascesa al Lago Naret sale oggi sul podio delle mie preferite,la lunghezza, il dislivello, unite ad un panorama unico fanno di questa escursione qualcosa di speciale.Partiamo 4 km circa poco dopo Bignasco per recuperare un po' del ritardo accumulato per raggiungere la valle,con me Superotto e Lambo. Nei primi km si sale senza faticare eccessivamente fino a Peccia da dove la strada incomincia ad inerpicarsi lungo i fianchi della montagna,in questa fase il caldo e le difficolta' trovate nel trovare il giusto assetto della mia nuova Cube Ams Pro Louise mi fanno perdere contatto con Superotto e Lambo che scatenati mi lasciano presto alle loro spalle,soffro fino a Fusio poi ,fortunatamente, al limitare del lago del Sambuco ci fermiamo per una sosta per me salutare visto che riesco finalmente a trovare la giusta altezza della sella e soprattutto regolo un po' meglio il nuovo xt che mi ha fato penare fino a li.Mentre Superotto e Lambo si rifocillano con un toast ripieno io mi limito alle barrette, la banana ,e sopratutto la Red Bull che mi mettera' effettivamente le ali nei km successivi.Dopo aver costeggiato il delizioso Lago del Sambuco la strada incomincia ad inerpicarsi in modo violento,soffriamo ma riusciamo a raggiungere un tratto in falsopiano fino ad una fattoria popolata da mandrie di bovini e gruppi di capre,da li in poi inizia il durissimo tratto di circa 2 km con pendenze superiori al 12%,con picchi che superano abbondantemente il 15% e stranamente, dopo aver sofferto in tutta la fase iniziale, mi sento molto bene lasciando alle spalle i miei compagni di avventura con Superotto ai fianchi di uno stanco Lambo.La strada adesso stretta e ripida lascia quantomeno respirare ma la fatica incomincia a farsi sentire e mentre io devo rallentare causa un fastidioso principio di crampi alla coscia sx,il buon Lambo decide di ritirarsi e salutato Superotto ritorna a valle.Il ritiro di Lambo avviene poco prima di incontrare il primo dei laghetti alpini che si trovano tra il Lago del Sambuco(artificiale) e il Lago Naret(artificiale),da qui la strada sale ancora impietosa mettendoci a dura prova,le energie si stanno esaurendo ma fortunatamente la meta è sempre piu' vicina,scatto qualche foto e vengo raggiunto da Superotto a poco piu' di un km dalla vetta,proseguiamo assieme nell'ultima impegnativa ascesa per ritrovarci ai fianchi di una delle due dighe che racchiudono le acque del Naret.Adesso siamo a 2311 mt e abbiamo percorso poco piu' di 28 km con una ascesa di 1541 mt in circa 4 ore e 20 compresa la sosta ,la soddisfazione è veramente tanta,abbiamo raggiunto una delle mete piu' dure affrontate negli ultimi tempi,scattiamo qualche foto dopo esserci cambiati e ripartiamo per la lunga discesa verso valle.
mercoledì 2 luglio 2008
Eggalm -Geiseljoch
Il percorso che ci ha portato da Eggalm al Geiseljoch è stato senza dubbio il piu' tecnicamente impegnativo di qs settimana nello Zillertal,infatti a differenza delle due precedenti uscite nella Stilluptal e nello Zillergrund,è un percorso che si è snodato quasi interamente su sterrato a parte alcuni punti soprattutto nella prima parte della salita e nella parte finale della discesa verso Lanersbach.Al fine di poterci riunire alle rispettive famiglie decidiamo di raggiungere i 2000 mt di Eggalm in funivia in gruppo da dove decidiamo di ridiscendere verso Lattenalm (1680 mt) per poi riaffrontare cartina alla mano come novelli parmigianini la salita che ci dovra' riportare ai 2292 mt del Geiseljoch.La discesa fino a Lattenalm è facile su una bella strada forestale ci si ferma giusto il tempo di una foto al Ghiacciaio di Hintertux e per ammirare uno scoiattolo che ci attraversa la strada poi si scende ancora sino a circa 1480 mt per poi ricominciare la risalita verso il mitico Geiseljoch.Attraversiamo delle bellissime pinete e,dopo un paio di errori nella lettura della carta (quanto abbiamo rimpianto l'assenza del nostro amico Marco...) riusciamo finalmente a trovare la strada che conduce dapprima alla Geislerhof (1600 mt dove si produce della grappa artigianale) e poi lungo una strada asfaltata e bellissima raggiungiamo Hobalm (1700 mt) dove troviamo ad accoglierci un nutrito gruppo di mucche che pascolano nei pressi dell'Hobarbach,proseguiamo dopo un breve tratto in discesa in direzione Vellruckalm su una strada molto tecnica che fortunatamente procede in larghi tornanti.Raggiunto il bivio per il Geiseljoch il freddo e le nuvole basse ci fanno per qualche secondo valutare la possibilita' di raggiungere Vallruckalm per banchettare e ritornare alla base ma poi dopo esserci rincuorati a vicenda decidiamo di puntare alla preda piu' ambita il Geiseljoch.Incomincio ad essere stanco,è il terzo giorno consecutivo che veleggiamo intorno ai 1000 mt di dislivello e le energie scarseggiano ma riesco ad alimentarmi sufficientemente per continuare anche se a debita distanza da uno spumeggiante Superotto.Adesso il sole appare e scompare tra le nuvole facendoci sperare di trovare soleggiato in vetta ma purtroppo non sara' cosi',infatti dopo circa 3 ore di salita raggiungiamo la nostra meta in uno scenario dantesco con nebbia fittissima, vento gelido e la neve che ci ostacola negli ultimi metri prima della vetta.Dopo aver svuotato la cambusa ,ben coperti riprendiamo la strada che ci dovra' riportare a Lanersbach dove giungiamo un'ora piu' tardi.
martedì 1 luglio 2008
Zillergrund
L'ascesa alla valle dello Zillergrund ha costituito indubbiamente l'itinerario piu' impegnativo dal punto di vista fisico che abbiamo dovuto affrontare in queste giornate tirolesi,si lascia Mayrhofen e dopo aver percorso un duro tratto ascendente su asfalto ci immettiamo su una strada forestale sin dopo Brandberg,evitiamo cosi' di percorrere la lunga galleria che sulla strada principale porta nello Zillergrund,rientriamo sull'unica strada (asfaltata) che risale la valle dove fortunatamente il traffico è quasi assente.Come nella Stilluptal l'ingresso nella valle comporta una minore pendenza della salita che resta comunque impegnativa,alla fine percorreremo per raggiungere lo Speicher Zillergrund 22,5 km con un dislivello altimetrico di circa 1300 mt.Raggiunta l'Almastuberl a 1018 mt ci fermiamo per rifocillarci ripartendo pochi minuti dopo per la parte piu' dura dell'ascesa con salite costantemente sopra il 13% .Giunti in prossimita' della Jausenstationen Barenbadalm (1450 mt) la strada diviene off limits per auto e moto,passiamo la barriera e ci inerpichiamo per l'ultimo tratto di salita che ci portera' fin sotto il muro della grande diga che trattiene le acque dello Speicher Zillergrundl a 1900 mt.Questo tratto di strada di per se impegnativo ci vede percorrere le lunghe gallerie che costeggiano la diga all'interno delle quali la temperatura è molto inferiore alla temperatura esterna con un illuminazione cosi' debole che fatichiamo a vedere il manubrio delle nostre mtb,ma poi finalmente dopo l'ultima lunga galleria ecco che appaiono le verdi acque dello Speicher Zillergrundl a testimoniarci che la meta è stata raggiunta,percorriamo il lungo muro della diga per le foto di rito e poi dopo esserci cambiati ci presentiamo all'Adlerblick per una meritata ricompensa culinaria (per me a base di un delizioso Apfelstrudel innaffiato da una calda e deliziosa crema di vaniglia) serviti da una deliziosa ragazza tirolese.Dopo circa un'ora si riparte per percorrere a ritroso il percorso fino a Mayrhofen che raggiungiamo dopo aver percorso nell'ultimo tratto per un mio errore il lungo tunnel vietato alle bici.
lunedì 30 giugno 2008
Stilluptal
Settimana tirolese per Ramarsi , Superotto e le rispettive famiglie,chiaramente ci siamo portati le bici o bighe per cimentarci lungo i percorsi che la splendida valle dello Zillertal offre agli appassionati delle due ruote.
La prima escursione impegnativa ci vede alle prese con il percorso secondo me piu' affascinante che va da Mayrhofen alla vallata laterale denominata Stilluptal .Partenza alle 8,30 del mattino e malgrado il fresco si inizia a sudare lungo la salita che porta all'ingresso della valle.Il percorso è interamente asfaltato e quasi privo di circolazione (la strada e' a pedaggio per auto e moto) tecnicamente semplice e non eccessivamente faticoso dato che in poco piu' di 22 km si affronta un dislivello di circa 1030 mt.La prima parte del percorso da Mayrhofen all'ingresso della vallata è abbastanza impegnativo con una salita che raramente scende sotto il 10% di pendenza,poi raggiunto l'ingresso della valle la salita diventa decisamente piu' dolce,quasi un falsopiano che ci permette di pedalare lungo una bellissima strada accanto alla quale scorre il fiume tra pascoli e gruppi di mucche placide.Raggiungiamo la diga e lungo il lago artificiale il percorso ricomincia a farsi impegnativo per una salita che ci impegna non poco poi altro breve tratto su sterrato in leggera salita prima di affrontare gli ultimi terribili 3 km con tratti che si avvicinano al 20% di pendenza media.Arriviamo alla fine della valle abbastanza stanchi dopo quasi 3 ore di pedalata intervallati da qualche sosta per le foto e per mangiare qualcosa,dopo una breve sosta ripartiamo per ripercorrere il percorso in discesa schivando qua e la i turisti che risalgono la valle e dpo circa 45 minuti rientriamo alla base decisamente soddisfatti.
La prima escursione impegnativa ci vede alle prese con il percorso secondo me piu' affascinante che va da Mayrhofen alla vallata laterale denominata Stilluptal .Partenza alle 8,30 del mattino e malgrado il fresco si inizia a sudare lungo la salita che porta all'ingresso della valle.Il percorso è interamente asfaltato e quasi privo di circolazione (la strada e' a pedaggio per auto e moto) tecnicamente semplice e non eccessivamente faticoso dato che in poco piu' di 22 km si affronta un dislivello di circa 1030 mt.La prima parte del percorso da Mayrhofen all'ingresso della vallata è abbastanza impegnativo con una salita che raramente scende sotto il 10% di pendenza,poi raggiunto l'ingresso della valle la salita diventa decisamente piu' dolce,quasi un falsopiano che ci permette di pedalare lungo una bellissima strada accanto alla quale scorre il fiume tra pascoli e gruppi di mucche placide.Raggiungiamo la diga e lungo il lago artificiale il percorso ricomincia a farsi impegnativo per una salita che ci impegna non poco poi altro breve tratto su sterrato in leggera salita prima di affrontare gli ultimi terribili 3 km con tratti che si avvicinano al 20% di pendenza media.Arriviamo alla fine della valle abbastanza stanchi dopo quasi 3 ore di pedalata intervallati da qualche sosta per le foto e per mangiare qualcosa,dopo una breve sosta ripartiamo per ripercorrere il percorso in discesa schivando qua e la i turisti che risalgono la valle e dpo circa 45 minuti rientriamo alla base decisamente soddisfatti.
sabato 21 giugno 2008
Monte Bar
Dopo parecchie settimane di pioggia che ci hanno costretto a pedalare nei paraggi di casa finalmente oggi riusciamo a goderci una bella giornata estiva sulle strade ticinesi alla volta del mai facile Monte Bar.A causa di varie defezioni siamo solo io e Superotto che intraprendiamo la salita partendo da Tesserete quando sono gia' passate da qualche minuto le 9,30.Avremmo fatto meglio ad anticipare la partenza dato che la giornata è molto calda e umida,per cui iniziamo subito la lunga ascesa cercando di tenere un ritmo tranquillo salendo con regolarita' con un mai domo Superotto che si impegna a salire usando solo il rapporto centrale,impegno che manterra' fino alla meta finale.Dopo aver raggiunto la fatidica sbarra che impedisce alle poche auto di proseguire oltre ci fermiamo per rinfrescarci alla prima vasca di acqua fresca,mangiamo qualcosa e ripartiamo ad una distanza di pochi minuti uno dall'altro con Superotto che in poco tempo riesce a recuperare tutto lo svantaggio accumulato per la sosta...vengo superato anche da una coppia di signori di Lugano (Pier e Anto) che diventaranno di li a poco le nostre guide per l'interessante variante in discesa.A differenza delle volte precedenti infatti,dove,raggiunta la Capanna del Monte Bar avevamo proseguito per Piandanazzo ed eravamo discesi da quella parte della vallata oggi grazie ai suggerimenti e alla cortesia di Pier e Anto che ci hanno permesso di accodarci a loro dopo aver raggiunto lungo la discesa il Motto della Croce (1373 mt) abbiamo proseguito per Gola di Lago per poi ragiungere Tesserete dopo aver superato le localita' di Lelgio,Odogno e Pezzolo,lungo un percorso che moltotecnico nella prima parte della discesa dopo il Motto della Croce ,diventa asfalto facile e scorrevolissimo dopo Gola di Lago e fino a Tesserete.
sabato 3 maggio 2008
Castel San Pietro -Alpe Bonello- M.te Bisbino
Oggi con Superotto e Luca partiamo alla volta di Mendrisio dove ci aspettano Mork, Ricky e Paolo per un altro classico delle nostre montagne,la salita all'Alpe Bonello e al Monte Bisbino seguendo il tracciato della Monte Generoso Bike Marathon.In particolare l'idea è quella di seguire il tracciato Mini dato che il percorso lungo (94 km) è per molti di noi fuori portata.Causa ritardo ci ritroviamo gia' al Castel San Pietro da dove si parte in direzione Cabbio,data la relativa pendenza riusciamo a procedere compatti ma a Cabbio si incomincia a fare sul serio con l'ingresso in paese su una pendenza del 20% che ci accompagnera' sino all'inizio della strada forestale che conduce all'Alpe Bonello,qui gli altri con un altro passo rispetto al sottoscritto prendono un certo vantaggio e resto solo in compagnia del fido Superotto che pur potendo competere con i primi ha deciso di salire soft per farmi compagnia in previsione anche dell'uscita di domani al Miniraduno.
La salita all'Alpe Bonello è uno dei percorsi che ricordo piu' duri ed anche oggi mantiene fede alla sua fama,soffro soprattutto la parte iniziale dove la strada si impenna con pendenze superiori al 10 12% poi una volta sgonfiato in parte le gomme rimbalzando meno riesco a prendere un ritmo costante che mi permette di tenere la ruota tranquilla di Superotto.Arriviamo all'Alpe che gli altri sono gia' pronti per ripartire in direzione del Rifugio Prabello che raggiungiamo dopo aver affrontato un falsopiano in costa e un discreto intermezzo a spinta.Raggiunto il Prabello breve sosta per bere e si riparte in direzione Rifugio Binate,dopo una prima parte in discesa ad un bivio si svolta a destra dove la strada immediatamente si fa impegnativa e tecnica con una pendenza del 12% circa,si procede per circa un km prima di ritrovarci nella vallata da cui è possibile vedere in lontananza il Rifugio Binate.Da qui in avanti la strada alterna una salita costante a veri e propri brevi muri (almeno 4) il terzo dei quali con una pendenza del 25% preferisco affrontarlo a piedi mentre Superotto lo supera con una certa agilita'.Si procede cosi' per qualche chilometro prima di iniziare la discesa che conduce al Rifugio Murelli prima e al Bugone poi.Al Rifugio Bugone io e Superotto ci separiamo dal resto del gruppo che decide di fermarsi per un pranzetto,il nostro obiettivo è quello di percorrere tutto il percorso della Mini e decidiamo di proseguire,siamo ancora "caldi" e sappiamo che una lunga sosta ci farebbe soffrire troppo la parte di percorso che manca per arrivare al Bisbino.Procediamo abbastanza spediti sino ad un vero e proprio muro di cemento che termina proprio in prossimita' della strada che sale al Bisbino,per la prima volta riesco ad affrontare il muro senza fermarmi e sono molto soddisfatto quando di seguito raggiungo seppur in leggero ritardo Superotto al bivio che porta alla discesa dal Bisbino.Qui a causa di un errore di valutazione e dalla scarsa segnaletica sbagliamo strada e perdiamo un buon quarto d'ora e piu' per ritornare sulla via recta,dali in poi è tutta discesa fino all'ingresso del bosco,un tratto molto tecnico in discesa dove lo scorso anno caddi rovinosamente.Superotto pur preoccupato dalle difficolta' della discesa molto tecnica scende con disinvoltura grazie anche all'ottima tenuta della sua Cube ams,percorriamo pur con qualche difficolta data dalla scarsa segnaletica tutto il tratto di discesa tecnica e quando gia' pensiamo di essere arrivati dobbiamo affrontare un altro discreto tratto in salita,poi su dei divertenti single track scendiamo fino all'abitato di Bruzzella da dove rientriamo sulla strada principale asfaltata che dopo una bella discesa ci riporta a Castel San Pietro dopo poco piu' di 35 km percorsi in 5h 17 m con un dislivello di 1215 mt .
La salita all'Alpe Bonello è uno dei percorsi che ricordo piu' duri ed anche oggi mantiene fede alla sua fama,soffro soprattutto la parte iniziale dove la strada si impenna con pendenze superiori al 10 12% poi una volta sgonfiato in parte le gomme rimbalzando meno riesco a prendere un ritmo costante che mi permette di tenere la ruota tranquilla di Superotto.Arriviamo all'Alpe che gli altri sono gia' pronti per ripartire in direzione del Rifugio Prabello che raggiungiamo dopo aver affrontato un falsopiano in costa e un discreto intermezzo a spinta.Raggiunto il Prabello breve sosta per bere e si riparte in direzione Rifugio Binate,dopo una prima parte in discesa ad un bivio si svolta a destra dove la strada immediatamente si fa impegnativa e tecnica con una pendenza del 12% circa,si procede per circa un km prima di ritrovarci nella vallata da cui è possibile vedere in lontananza il Rifugio Binate.Da qui in avanti la strada alterna una salita costante a veri e propri brevi muri (almeno 4) il terzo dei quali con una pendenza del 25% preferisco affrontarlo a piedi mentre Superotto lo supera con una certa agilita'.Si procede cosi' per qualche chilometro prima di iniziare la discesa che conduce al Rifugio Murelli prima e al Bugone poi.Al Rifugio Bugone io e Superotto ci separiamo dal resto del gruppo che decide di fermarsi per un pranzetto,il nostro obiettivo è quello di percorrere tutto il percorso della Mini e decidiamo di proseguire,siamo ancora "caldi" e sappiamo che una lunga sosta ci farebbe soffrire troppo la parte di percorso che manca per arrivare al Bisbino.Procediamo abbastanza spediti sino ad un vero e proprio muro di cemento che termina proprio in prossimita' della strada che sale al Bisbino,per la prima volta riesco ad affrontare il muro senza fermarmi e sono molto soddisfatto quando di seguito raggiungo seppur in leggero ritardo Superotto al bivio che porta alla discesa dal Bisbino.Qui a causa di un errore di valutazione e dalla scarsa segnaletica sbagliamo strada e perdiamo un buon quarto d'ora e piu' per ritornare sulla via recta,dali in poi è tutta discesa fino all'ingresso del bosco,un tratto molto tecnico in discesa dove lo scorso anno caddi rovinosamente.Superotto pur preoccupato dalle difficolta' della discesa molto tecnica scende con disinvoltura grazie anche all'ottima tenuta della sua Cube ams,percorriamo pur con qualche difficolta data dalla scarsa segnaletica tutto il tratto di discesa tecnica e quando gia' pensiamo di essere arrivati dobbiamo affrontare un altro discreto tratto in salita,poi su dei divertenti single track scendiamo fino all'abitato di Bruzzella da dove rientriamo sulla strada principale asfaltata che dopo una bella discesa ci riporta a Castel San Pietro dopo poco piu' di 35 km percorsi in 5h 17 m con un dislivello di 1215 mt .
giovedì 1 maggio 2008
Venini III °
Ritornare al Venini era un desiderio condiviso con Superotto e Luca e stamattina siamo partiti alla volta di San Fedele per ripercorrere i 18 km di salita che partano ai 1575 mt del famoso rifugio.La prima parte del percorso fino a Pigra è stata come al solito utile per riscaldarci in attesa di affrontare la salita vera e propria che dall'inizio della via Militare porta all'Alpe di Colonno dove ad attenderci troviamo una famiglia di falchi che volteggia con picchiate a pochi metri dal suolo in prossimita' delle bolle sottostanti.Breve pausa per qualche foto per mangiare una barretta e coprirci in previsione della discesa verso il Rifugio Boffalora da dove inizia il secondo impegnativo tratto che conduce alla meta,io mi stacco dopo pochi tornanti mentre Superotto e Luca procedono appaiati di buona lena,intanto il cielo fin li abbastanza soleggiato si copre di nuvoloni e la temperatura scende di parecchio.Riusciamo a non soffrire tanto perche' la salita costantemente sopra il 10% di pendenza ci fa letteralmente sudare. Poi ,dopo tanta fatica,anche io arrivo al Venini dove Superotto e Luca mi aspettano da almeno 10 minuti,e dove una volta asciugati e cambiati incominciamo con le recriminazioni per non esserci coperti abbastanza,infatti lassu' c'è ancora qualche bel cumulo di neve e malgrado le previsioni prevedessero sole sin dal primo pomeriggio noi di sole ne vediamo poco, e così dopo aver mangiato al rifugio ,ripartiamo per la discesa proprio nel momento in cui è uscito un tiepido sole (che non basta a riscaldarci) ma poco male tanto ne siamo certi.............ci riproveremo con il Venini IV.
domenica 27 aprile 2008
Melide (274 mt) - Alpe Vicania (659 mt)
Divertente escursione nella vicina Svizzera oggi con partenza da Melide nei pressi di Lugano e con tour che si è articolato lungo un itinerario a tratti nervoso e quindi duro ma molto divertente.
L'ideatore di questo tour è come sempre Marco grazie al quale riusciamo a scoprire un altro delizioso itinerario ai piu' sconosciuto;ammiriamo per la prima volta la nuova Specialized di Carlo e con Pietro e Superotto siamo al completo.
Arriviamo a Melide intorno alle 9,00 e alle 9,15 incominciamo la pedalata in direzione Morcote,è ancora presto e l'aria frizzante ci suggerisce di stare coperti per i primi km,arrivati infatti ad Arbostora si incomincia a salire dapprima su asfalto per poco meno di un km e poi su sterrato.
La parte iniziale dello sterrato è abbastanza impegnativa con una salita su sentiero stretto e tecnico per via di radici e rocce che rendono il fondo infido, se si sbaglia si rischia di fare un bel volo nel lago,il tratto è parzialmente esposto.La strada sale in modo non ripidissimo ma costante,il Garmin segna una pendenza media dell'7% per quasi tutto il tratto che ci portera' vicino a San Salvatore,poi il percorso diventa molto divertente con frequenti su e giu' che permettono di recuperare le forze e di sfrecciare tra gli alberi sul sentiero che adesso è diventato molto meno tecnico e piu' scorrevole.Arriviamo così a Carabbia dove lasciamo la strada sterrata per affrontare sulla strada principale la salita che ci porta a Ciona dove ci fermiamo per rifocillarci.Ripartiamo all'altezza della piazzza principale prendendo un sentiero che ci riporta verso Carona che raggiungiamo nei pressi del Parco di San Grato da dove poi ripartiamo in direzione dell'Alpe Vicania.Raggiunta l'Alpe incomincia un divertentissimo tratto in discesa che ci permette anche di godere di viste panoramiche sul sottostante Ceresio,la strada adesso ci conduce verso il santuario della Madonna d'Ongero che superiamo senza fermarci a causa del poco tempo a disposizione (peccato un posto molto bello!).Adesso riprtiamo in direzione Carona da dove iniziamo il tratto finale che ci condurra su asfalto prima a Vicolo di Morcote per poi scendere a Morcote e far ritorno al punto di partenza di Melide.Complessivamente è un percorso mediamente duro non per la pendenza che complessivamente non è stata mai esagerata quanto per il tracciato molto tecnico con la difficolta' di dover anche "guidare" tra rocce e radici .L'ultima parte del tratto che porta a Carabbia è veramente godibile, con un sentiero largo tra i faggi (?) che permette nei su e giu' di divertirsi,per concludere l'escursione altimetrica..il mio Garmin ha segnato un dislivello complessivo di 720 mt..
L'ideatore di questo tour è come sempre Marco grazie al quale riusciamo a scoprire un altro delizioso itinerario ai piu' sconosciuto;ammiriamo per la prima volta la nuova Specialized di Carlo e con Pietro e Superotto siamo al completo.
Arriviamo a Melide intorno alle 9,00 e alle 9,15 incominciamo la pedalata in direzione Morcote,è ancora presto e l'aria frizzante ci suggerisce di stare coperti per i primi km,arrivati infatti ad Arbostora si incomincia a salire dapprima su asfalto per poco meno di un km e poi su sterrato.
La parte iniziale dello sterrato è abbastanza impegnativa con una salita su sentiero stretto e tecnico per via di radici e rocce che rendono il fondo infido, se si sbaglia si rischia di fare un bel volo nel lago,il tratto è parzialmente esposto.La strada sale in modo non ripidissimo ma costante,il Garmin segna una pendenza media dell'7% per quasi tutto il tratto che ci portera' vicino a San Salvatore,poi il percorso diventa molto divertente con frequenti su e giu' che permettono di recuperare le forze e di sfrecciare tra gli alberi sul sentiero che adesso è diventato molto meno tecnico e piu' scorrevole.Arriviamo così a Carabbia dove lasciamo la strada sterrata per affrontare sulla strada principale la salita che ci porta a Ciona dove ci fermiamo per rifocillarci.Ripartiamo all'altezza della piazzza principale prendendo un sentiero che ci riporta verso Carona che raggiungiamo nei pressi del Parco di San Grato da dove poi ripartiamo in direzione dell'Alpe Vicania.Raggiunta l'Alpe incomincia un divertentissimo tratto in discesa che ci permette anche di godere di viste panoramiche sul sottostante Ceresio,la strada adesso ci conduce verso il santuario della Madonna d'Ongero che superiamo senza fermarci a causa del poco tempo a disposizione (peccato un posto molto bello!).Adesso riprtiamo in direzione Carona da dove iniziamo il tratto finale che ci condurra su asfalto prima a Vicolo di Morcote per poi scendere a Morcote e far ritorno al punto di partenza di Melide.Complessivamente è un percorso mediamente duro non per la pendenza che complessivamente non è stata mai esagerata quanto per il tracciato molto tecnico con la difficolta' di dover anche "guidare" tra rocce e radici .L'ultima parte del tratto che porta a Carabbia è veramente godibile, con un sentiero largo tra i faggi (?) che permette nei su e giu' di divertirsi,per concludere l'escursione altimetrica..il mio Garmin ha segnato un dislivello complessivo di 720 mt..
domenica 13 aprile 2008
Monte Martica (Varese) 1032 mt
Dopo una settimana di piogge battenti finalmente una mattinata asciutta e inizialmente assolata ci accompagna in questa escursione a Varese;la meta di questa uscita è il Monte Martica considerato il terreno di allenamento dei bikers varesini con il suoi circa 10 km di ascesa mai eccessivamente dura a due passi dal centro citta'. Il punto di ritrovo di oggi è il posteggio dell'ippodromo dove ci ritroviamo in 8 oltre al sottoscritto e ai "soliti" Marco,Superotto,e Pietro oggi si aggiungono il "vecchio Figini", Carlo,Alessandro Iava e Massimo.
Partenza alle 9,20 circa, ci dirigiamo verso lo stadio per poi proseguire verso la strada che sale al Sacro Monte per circa 2 km ,arrivati presso la localita' di Sant'Ambrogio incominciamo la salita che per 8 km ininterrotti ci portera' in cima al Monte Martica.La strada inizialmente è veramente molto bella si sale con pendenze mai troppo ripide il fondo in terra battuta e' molto ben pedalabile e soprattutto nel primo tratto non è tecnicamente impegnativo.A 714 mt di altitudine,dopo circa 6 km la strada spiana per un breve tratto da li è possibile ammirare un bel panorama del Varesotto con i laghi di Varese e di Monate in lontananza,siamo in localita' Pian Valdes,ci fermiamo per qualche foto al panorama sottostante.Ripartiamo mentre il fondo diviene meno bello che nella parte precedente,la strada infatti diventa tecnicamente impegnativa con qualche roccia che rende piu' difficile la guida,niente di serio sia chiaro, ma con la fatica della salita che incomincia a farsi sentire rimpiangiamo il tratto precedente molto piu' pedalabile.Dopo un'altra breve sosta per serrare le fila (l'unica costante della giornata è la mia perenne ultima posizione...) ripartiamo per l'ultimo tratto di salita arrivando in vetta dopo circa 2 ore dalla partenza,l'arrivo è un po' anomalo per trattarsi della vetta di una montagna,infatti non c'e' nessun panorama da ammirare,siamo in mezzo al bosco.In cima dopo una breve sosta decidiamo di seguire le indicazioni della nostra guida Marco e scendiamo verso Brinzio ...il primo tratto di discesa è affrontato solo da pochi eroici in sella,la pendenza estrema unita al scivoloso fondo di fogliame dissuadono molti dall'affrontarlo in sella per cui alterniamo alcuni tratti a spinta ad altri tratti in sella e dopo che qualcuno per troppo ardire cade, fortunatamente raggiungiamo un tratto dove, tra un ruscelletto da guadare e l'altro, riusciamo a raggiungere Brinzio.Ci dirigiamo quindi verso Varese sulla strada provinciale che seppur in falsopiano screma il gruppo in vari tronconi,purtroppo proprio quando si avvicina il punto dove si deve lasciare l'asfalto per rientrare sullo sterrato il "vecchio Figini" non si accorge dei capofila fermi dietro una curva e prosegue sulla strada provinciale inseguito vanamente da Alessandro che vorrebbe riportarlo indietro ,ma che poi ,raggiuntolo troppo tardi ,scende con lui all'arrivo.Dopo avere vanamente atteso il ritorno dei due fuggiaschi affrontiamo il tratto piu' divertente della giornata,e cioè il tratto che conduce a Rasa tra cunette curve salitelle e discesine,arrivando cosi' a Varese dopo 24 km percorsi in 3ore e 30 dopo aver superato un dislivello complessivo di poco piu' di 800 mt.
Partenza alle 9,20 circa, ci dirigiamo verso lo stadio per poi proseguire verso la strada che sale al Sacro Monte per circa 2 km ,arrivati presso la localita' di Sant'Ambrogio incominciamo la salita che per 8 km ininterrotti ci portera' in cima al Monte Martica.La strada inizialmente è veramente molto bella si sale con pendenze mai troppo ripide il fondo in terra battuta e' molto ben pedalabile e soprattutto nel primo tratto non è tecnicamente impegnativo.A 714 mt di altitudine,dopo circa 6 km la strada spiana per un breve tratto da li è possibile ammirare un bel panorama del Varesotto con i laghi di Varese e di Monate in lontananza,siamo in localita' Pian Valdes,ci fermiamo per qualche foto al panorama sottostante.Ripartiamo mentre il fondo diviene meno bello che nella parte precedente,la strada infatti diventa tecnicamente impegnativa con qualche roccia che rende piu' difficile la guida,niente di serio sia chiaro, ma con la fatica della salita che incomincia a farsi sentire rimpiangiamo il tratto precedente molto piu' pedalabile.Dopo un'altra breve sosta per serrare le fila (l'unica costante della giornata è la mia perenne ultima posizione...) ripartiamo per l'ultimo tratto di salita arrivando in vetta dopo circa 2 ore dalla partenza,l'arrivo è un po' anomalo per trattarsi della vetta di una montagna,infatti non c'e' nessun panorama da ammirare,siamo in mezzo al bosco.In cima dopo una breve sosta decidiamo di seguire le indicazioni della nostra guida Marco e scendiamo verso Brinzio ...il primo tratto di discesa è affrontato solo da pochi eroici in sella,la pendenza estrema unita al scivoloso fondo di fogliame dissuadono molti dall'affrontarlo in sella per cui alterniamo alcuni tratti a spinta ad altri tratti in sella e dopo che qualcuno per troppo ardire cade, fortunatamente raggiungiamo un tratto dove, tra un ruscelletto da guadare e l'altro, riusciamo a raggiungere Brinzio.Ci dirigiamo quindi verso Varese sulla strada provinciale che seppur in falsopiano screma il gruppo in vari tronconi,purtroppo proprio quando si avvicina il punto dove si deve lasciare l'asfalto per rientrare sullo sterrato il "vecchio Figini" non si accorge dei capofila fermi dietro una curva e prosegue sulla strada provinciale inseguito vanamente da Alessandro che vorrebbe riportarlo indietro ,ma che poi ,raggiuntolo troppo tardi ,scende con lui all'arrivo.Dopo avere vanamente atteso il ritorno dei due fuggiaschi affrontiamo il tratto piu' divertente della giornata,e cioè il tratto che conduce a Rasa tra cunette curve salitelle e discesine,arrivando cosi' a Varese dopo 24 km percorsi in 3ore e 30 dopo aver superato un dislivello complessivo di poco piu' di 800 mt.
lunedì 7 aprile 2008
Morbio - Bruzella - Cabbio -Morbio (Valle di Muggio)
Prima uscita "montana" dell'anno per affrontare un percorso classico per noi comaschi la salita lungo la Valle di Muggio nel mendrisiotto.Normalmente questo percorso lo si affronta con partenza da Mendrisio per poi salire fino a Scudellate seguendo la strada principale,ma questa volta guidati dal nostro fido Pollicino Marco, con Superotto e Pietro, affrontiamo la salita lungo un percorso quasi interamente off road.
Partiamo da Morbio (anche se per rendere piu' duro il percorso si potrebbe partire da Mendrisio) e saliamo lungo la strada principale in direzione Bruzella (il paese del Via recta Via Certa). Purtroppo dopo pochi tornanti Superotto in un tratto a senso unico alternato per evitare un auto urta una barriera che delimita il cantiere stradale e si ferisce ad un dito,immediato ricorso alla cassetta del pronto soccorso che su suggerimento del buon vecchio Figini ho portato con me e sistemiamo alla meno peggio il dito sanguinante .Riprendiamo la marcia con passo regolare e arrivati a Bruzella subito dopo il secondo tornante giriamo a destra entrando verso il centro paese,da dove una stradina in porfido e poi asfaltata ci conduce lungo il costone della montagna in direzione n/o ,ci ritroviamo cosi' in una stretta valle (Val della Crotta) attraversata da un torrente.(ideale per picnic estivi)Dopo alcuni km dobbiamo affrontare un duro passaggio dove è impossibile pedalare e ci si deve caricare la bicicletta sulle spalle e arrampicare,affrontato questo duro tratto affrontiamo una parte di discesa fino a Vallera .Si ricomincia a salire seguendo le indicazioni per il cimitero, la strada ,sempre in salita ,diventa sterrata e conduce ad una chiesetta in mezzo ai boschi dopo di che si incomincia un tratto in ripida discesa che ci porta a Cabbio poco dietro la chiesa,nei pressi della stradina che si affronta per salire verso l'Alpe Bonello.Da qui si torna lungo la strada principale in direzione sud ma ad un tratto poco dopo essere usciti dal paese si lascia la strada principale per seguire una stradina che dapprima costeggia parallelamente quella principale e poi scende ripida verso il Mulino di Bruzella dove ci fermiamo per qualche foto.Da li bisogna poi affrontare un tratto di salita su sterrato che ci riporta sulla strada principale che seguiremo fino a Morbio.
Complessivamente il chilometraggio di questa uscita non è stato elevato (circa 28 km) ma quasi tutti su sterrato e con un dislivello complessivo di 710 mt , un percorso ideale per chi ricomincia con le salite dopo l'inverno passato in pianura.
Nuova stagione 2008
A tutti i visitatori un saluto affettuoso ,con l'inizio della primavera finalmente il blog torna ad essere aggiornato.Dopo la stagione fredda passata a pedalare in pianura nel nostro Parco Pineta è finalmente arrivato il momento di caricare la bici in auto e di partire per affrontare le prime salitelle a quote relativamente basse..poi con il vero caldo torneremo ad affrontare percorsi piu' impegnativi....buone pedalate a tutti!!!
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