domenica 3 giugno 2007
Sonvico (595 mt )- San Lucio (1542 mt) - Cimadera (1100 mt) - Sonvico
Audere est facere è il motto del Tottenham Hotspur squadra londinese di Premier League,ed e'anche il motto che ha caratterizzato questa uscita domenicale...dovevamo essere in 6 ma ....ci abbiamo creduto solo in 3 ...e siamo stati premiati da una bella giornata senza pioggia.
Partenza da Limido alle 7,15 con cielo nuvoloso ma io e il Figini siamo tranquilli tutti i meteo parlano chiaro la giornata si preannuncia piuttosto bella,carichiamo Superotto ad Appiano e mentre ci avvicianiamo ad Oltrona arriva il solito sms di disdetta...l'altro 50% della compagnia è tornato a letto per paura di prendere l'acqua!! Pazienza ci dispiace..per loro;noi procediamo e alle 8,30 posteggiamo a Sonvico bellissimo paesino sopra Lugano proprio mentre il sole appare e le ultime gocce di pioggia cessano di cadere...ci viene da ridere pensando al sincronismo tra la fine della pioggia e il Figini che spegne il motore della Volvo.
Si parte subito in salita,io sono ancora sofferente al costato per la caduta di domenica sul Bisbino e affronto i primi 2 km con il torace bendato come la mummia di Ramses ...poi devo chiedere ai compagni di fermarsi.. devo togliere il bendaggio...fatico a respirare regolarmente..forse ho esagerato e ho stretto troppo.Ripartiamo e la respirazione migliora, ma ben presto mi rendo conto di non essere nella mia giornata migliore, arranco dietro Luca e Superotto ,qualche metro dietro,.. ma dietro!!!Mi consolo pensando che il tracciato sara' pedalabile come sembrerebbe dalla descrizione fattaci da Superotto (alla sua seconda uscita da queste parti) ma mi sbaglio.Anche se la prima parte di salita è su asfalto si tratta di una salita abbastanza impegnativa,la salita diventa veramente dura quando poco dopo Piandera quando iniziamo il tratto fuoristrada che ci portera' in vetta a San Lucio.Sono circa 8 km sterrati molto impegnativi, con una prima parte che non da respiro, sale ,sale, sale, senza un attimo di respiro;in alcuni punti barcollo ....mi sento come Dorando Petri alle Olimpiadi di Londra del 1928 ...mi devo fermare varie volte a rifocillarmi e a rifiatare, il percorso non ammette pause,tanto è vero che il Figini esclama "..ma non è che la Val Colla si chiama cosi' perche' il terreno e appiccicoso per le ruote delle bici..."in effetti abbiamo tutti e tre la stessa sensazione di avere le ruote come frenate dal fanghino che troviamo lungo il sentiero...le gambe iniziano a farsi pesanti ,poi verso la parte finale la pendenza si attenua alternado piccoli strappi a pezzi in falsopiano dove, perlomeno, si puo' recuperare forza e fiato,in quel punto Superotto parte in fuga e non lo rivediamo che 10 minuti dopo quando ci aspetta gongolante ai piedi dell'ultimo strappo per San Lucio.Gli ultimi 800 mt dobbiamo farli spingendo le bici, la pendenza è esagerata e difficilmente pedalabile, dopo tre giorni di pioggia la strada e' inzuppata e il terreno non molto compatto.Superata questa ultima asperita' finalmente arriviamo in vetta proprio mentre il sole ci abbandona per 45 minuti.Ci fermiamo al rifugio posto in territorio italiano subito dietro la chiesetta di San Lucio e dopo esserci cambiati ci beviamo una buona tazza di tea caldo con qualche fetta di torta;dal rifugio possiamo ammirare i Denti della Vecchia,una formazione calcarea che domina il paesaggio e che costituisce le piccole dolomiti ticinesi.Ci troviamo in una posizione baricentrica da un lato, quello svizzero, la Val Colla,dal lato italiano la Val Cavargna, in mezzo San Lucio." La leggenda racconta che un giovane casaro di nome Lucio lavorava sugli alpi tra la Val Cavargna e la Val Colla. Era un ragazzo caritatevole: appena poteva regalava ai poveri qualche pezzo di formaggio. Questo faceva arrabbiare moltissimo il suo padrone che un giorno, persa la pazienza, lo scacciò; da quel momento il suo alpe andò in rovina. Lucio venne assunto da un nuovo padrone a cui portò "la benedizione di Dio": il bestiame si moltiplicò, l'alpe divenne prospera e il formaggio fu prodotto in grande quantità. Il primo padrone di Lucio, invidioso per questa situazione, lo assalì e lo trafisse con un pugnale, uccidendolo. Ecco perché san Lucio viene ricordato come martire..."(dalla scheda eleborata dai ragazzi della scuola media di Tesserete)
Ripartiamo da San Lucio dopo qualche foto e ci avventuriamo lungo un sentiero che non risponde precisamente alle caratteristiche descritte negli appunti di Superotto.Dopo pochi minuti ci troviamo di fronte ad un enorme toro che pascola lungo il nostro percorso, che, sfortunatamente, è anche il Suo percorso...rallentiamo il passo per capire di cosa si tratti...per il Figini da lontano è una mucca...gli faccio notare che quelle due "cose" che sballonzolano non sono propriamente delle mammelle ma qualcos'altro...non bastasse non ho mai visto mucche con l' anello al naso ......il piccolo problema è che quella montagna di bistecche ci ha visti e punta verso di noi...il Figini è abbastanza preoccupato...è l'unico ad indossare una sfavillante maglietta rossa :-)))) io penso ad un disperato piano di difesa..."se si avvicina ancora un po' ci mettiamo in cerchio e a turno gli lanciamo addosso le bici...."il piano mi sembra ben orchestrato ma fortunatamente è un falso allarme, il bestione ci passa vicino e dopo averci squadrato decide che non siamo i suoi tipi e si allontana nella direzione del resto della mandria..TIRIAMO IL FIATO!!!!
Riprendiamo la marcia e dopo tanto camminare in costa alla montagna finalmente ritroviamo il sentiero che porta a Cimadera (1100 mt) la discesa è molto divertente su una mulattiera non eccessivamente impegnativa.Raggiunta Cimadera le istruzioni di Superotto ci portano ad affrontare una parte di percorso che avremmo decisamente evitato dato che il percorso si snoda all'interno del bosco ma è quasi tutto da fare a piedi.Finalmente ritroviamo la strada secondaria che porta alla discesa per Sonvico dove arriviamo alle 14,15.Concludendo:la parte ascensionale è stata bella e molto dura,in vetta si gode un panorama molto bello con la possibilita' in giornate terse di ammirare anche il massiccio del Rosa,la discesa ci ha un po deluso, il sentiero scelto ,pur in presenza di ottima segnaletica (in questo i ticinesi sono imbattibili) non era chiaramente intuibile e abbiamo perso molto tempo.Da perfezionare la seconda parte.
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